Oggi mi sono svegliata con la voglia di dire, ma poi mi sono accorta che avrei così tanto da dire che un giorno, non basterebbe. Mi sono appassionata all’argomento alimentazione nel momento stesso in cui ho avuto la fortuna di incontrare un medico in grado di spiegarmi i processi di trasformazione del cibo nel nostro corpo e del nostro corpo in risposta al cibo con una logica disarmante. Disarmante per me, che sulla questione sentivo e sento continuamente un groviglio di sciocchezze contrastanti e spesso infondate. È davvero sconsolante prendere coscienza di quanto e come l’informazione condizioni le masse, a sua volta guidata dagli interessi ingombranti delle grandi case farmaceutiche ed alimentari. Come è possibile non accorgersene? Quotidianamente viviamo nella contraddizione del bene e del male, dove il bene (nel caso specifico) è l’educazione alimentare, che si cerca in buona fede di definire tra le varie teorie proposte, e il male è l’interesse MAGGIORE che la pilota. Vivo all’estero, e la scuola dei miei figli esige che i ragazzi portino per spuntino solo cibi salutari. “Incoraggiamo i nostri figli a mangiare verdura! A evitare dolcetti e bevande troppo zuccherate, etc”, riecheggiano così le parole della Direttrice scolastica, durante la riunione nell’aula magna della scuola, a inizio anno. Campagne sull’educazione alimentare, circolari… e poi? E poi all’interno della scuola una caffetteria fornita delle medesime “schifezze alimentari” che chiedono (giustamente) di vietare. E quando fai notare alla direzione che i ragazzi potrebbero acquistare una serie di merendine inadatte alla salute proprio all’interno della scuola, che promuove la corretta alimentazione, la risposta è che la caffetteria è privata e non possono sindacare sulle scelte di vendita della stessa. ??? Ma ci rendiamo conto??? No! Il problema è che non ci rendiamo conto, che lasciamo correre, che non combattiamo perché temiamo che se ci lamentassimo troppo ne farebbero le spese i nostri figli, perché il lavoro ci assorbe, o perché apparteniamo alla categoria di genitori che il cibo sano lo preparano da sè per i propri figli, da portare a scuola, affinché evitino, almeno nell’intervallo, di acquistare le merendine tentatrici, e quindi non ci battiamo per cambiare le cose. Spiego quotidianamente l’importanza della scelta degli alimenti ai miei figli, chiedo loro di “ascoltarsi”, di provare a comprendere da soli la differenza tra gli effetti di un cibo che fa bene da quelli di un cibo che fa male. E spero che non abbiano test valutativi dopo pranzo, perché purtroppo so che alla mensa scolastica le scelte non sono corrette e conosco bene gli effetti degli alimenti sbagliati, che creano sonnolenza e calo di attenzione. Non voglio apparire drastica, ma, se perfino persone come me, che tengono in modo totale alla cura dell’alimentazione, si sentono inermi nel combattere quotidianamente contro un sistema che le contraddice, come possiamo cambiare le cose? Come possiamo guidare ed educare i nostri figli se il mondo “gira al contrario”.

Sono sconsolata. Credevo di scontrarmi di fronte alla radicata inconsapevolezza alimentare, alle mense scolastiche che credono di nutrire correttamente i nostri figli, e che poi invece ci inducono a scegliere di non leggere il menù settimanale per non sentirsi in colpa di lasciare che si nutrano in quel modo. Ma mi scopro ancora più piccola in un sistema radicato e pericoloso, dove Giornali, tv, ospedali sono pilotati. Tutto è finto, questo il mio parere. Consapevolmente o inconsapevolmente finto. Qualcuno scrive il copione e chi recita a volte non sa di recitare, ma ahimè, credo, che spesso sia invece consapevole di farlo.

Crediamo che quello che accade nel piccolo, come nel caso appena raccontato, non accada in scala maggiore? Siamo vittime di un sistema che ci comanda.

Non voglio parlare oggi di cosa sarebbe giusto mangiare o no, il mio pensiero è divenuto pubblico attraverso il libro scritto con il Dr. Caletti “le favole sull’alimentazione. Per mangiar Ti meglio”. Io ho fatto la mia scelta tra le tante proposte. Ognuno fa la propria e la rispetto. Non voglio convincere le persone a cambiare il proprio stile di vita, ma vorrei accertarmi che, quanto meno, ognuno di noi scelga con reale consapevolezza, sappia dove sta sbagliando e qualora scelga di farlo ne sia consapevole. Vorrei essere libera di ascoltare medici che hanno idee distanti da quelle della medicina tradizionale. E scegliere quali idee seguire. Voglio solo esprimere la mia disapprovazione verso il modo in cui si affrontano gli argomenti, tutti gli argomenti, tutte le tematiche che dovrebbero interessare la totalità della popolazione mondiale. Quando sento giornalisti obiettare verso il Dr. Caletti “.. ma lei è il solo a sostenere quello che dice”, al di là del fatto che non è assolutamente vero, perché tutte le affermazioni sono sostenute da studi e ricerche ufficiali, mi verrebbe da chiedere … ma la storia non ci ha insegnato nulla? Quanto tempo è passato prima di poter affermare che la terra non è piatta e non è il centro del mondo. Quale era il MAGGIOR interesse in quel caso? Ce lo ricordiamo Galileo Galilei? Ci ricordiamo l’abiura? Oggi medici fuori dal coro vengono messi a tacere pena la radiazione dall’albo.

Lasciate che in coscienza dicano la loro e noi sceglieremo la nostra strada. Non sottovalutate la nostra capacità di scelta, come pazienti. Lasciateci liberi di ascoltare, di capire e di scegliere! A chi mi rivolgo? Non lo so! A voi che decidete delle nostre vite, che discutete dell’olio di palma in un alimento ricco di zuccheri e sostanze tossiche! Parlate di quelle non dell’olio di palma, per favore.

Durante la presentazione del libro una giornalista, relativamente al mio essere guarita attraverso le indicazioni del Dr. Caletti, ha detto che io sono un caso singolo. Sì, un caso singolo che ha risolto una moltitudine di problematiche e che rappresenta almeno cinque o sei pazienti insieme, così i miei figli, le mie amiche. E i pazienti del Dr. Caletti? Che ho personalmente visto e ascoltato e che tuttora ascolto, e che ci sostengono numerosi? Non voglio sponsorizzare nessuno, né indirizzare nessuno a credere che esistono strade diverse dalla medicina tradizionale, voglio solo dire… abbiate il coraggio di provare prima di giudicare. Alla giornalista che ha obiettato affermando scontrosamente che sono un caso singolo, che ognuno dice la sua in questo campo e che “la verità è che sarebbe bene mangiare poco di tutto”, sebbene le sue masse corporee dimostrassero (almeno nel “caso singolo”) l’assoluta inefficacia di tale teoria e l’affermazione stessa confermasse che non aveva ascoltato un solo minuto di un’ora di conferenza, chiedo semplicemente di svolgere il proprio lavoro . L’informazione dovrebbe essere tale. Riportare, se si vuole, che esiste una teoria alimentare, che poi sia vera, interessante, efficace, non spetta a chi informa giudicare, almeno non prima di aver provato in prima persona quello di cui si parla, che poi è ciò che richiederebbe l’etica stessa di tale professione. Altrimenti si rispetti il silenzio.

 Vogliamo, credo tutti, un’informazione scevra da pareri soggettivi, vogliamo essere liberi di avere un’idea propria.

Lasciateci liberi. Liberi di capire, liberi di pensare, liberi di agire.

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