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Uno studio suggerisce l'efficacia della vitamina K2 nella riduzione della progressione della sclerosi multipla

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune infiammatoria che colpisce il sistema nervoso centrale, causando una degenerazione della mielina, la guaina protettiva che circonda le fibre nervose. Questa malattia può manifestarsi in molti modi diversi, a seconda delle parti del sistema nervoso centrale che sono colpite, e può causare sintomi come la debolezza muscolare, la fatica, la difficoltà a parlare e a camminare, i problemi di vista e la perdita di equilibrio.

E’ una malattia cronica e progressiva, senza una cura definitiva. I trattamenti attualmente disponibili si concentrano sulla gestione dei sintomi e sulla prevenzione della progressione della malattia. I farmaci modificanti la malattia (FMM) sono il trattamento di prima linea per la sclerosi multipla. Questi farmaci agiscono sul sistema immunitario per ridurre l’infiammazione e la progressione della malattia. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono bene a questi farmaci e possono manifestare effetti collaterali indesiderati, anche gravissimi e, raramente, persino mortali.

L’epidemiologia della sclerosi multipla è interessante perché si tratta di una malattia che colpisce principalmente le donne e ha una maggiore incidenza in alcune parti del mondo, come l’Europa settentrionale e i paesi del Nord America. Anche se la causa esatta della sclerosi multipla è ancora sconosciuta, sembra che sia influenzata da fattori ambientali e genetici. Tra i fattori ambientali, l’alluminio è stato oggetto di studio in quanto presente in molti prodotti di uso quotidiano come ad esempio i contenitori per il cibo, le pentole e le lattine, i deodoranti per il corpo, le caffettiere. Alcuni studi hanno suggerito un possibile ruolo dell’esposizione all’alluminio nella patogenesi della sclerosi multipla.

Purtroppo, i successi terapeutici nella sclerosi multipla sono ancora scarsi. Ci sono quindi molte ricerche in corso per trovare nuovi trattamenti per la sclerosi multipla.

Uno studio interessante su un potenziale trattamento per la sclerosi multipla è stato condotto da Lasemi et al. (2018) e ha esaminato l’efficacia della vitamina K2 nel trattamento della malattia. La vitamina K2 è un nutriente che viene spesso associato alla salute delle ossa e dei vasi sanguigni, ma è stata anche implicata in diversi processi immunologici e neurologici.

Lo studio ha coinvolto pazienti con sclerosi multipla che sono stati suddivisi in tre gruppi: uno che ha ricevuto 100 mcg di vitamina K2 al giorno, uno che ha ricevuto 1000 mcg di vitamina K2 al giorno e un gruppo di controllo che ha ricevuto un placebo. I partecipanti hanno assunto i supplementi per sei mesi e sono stati monitorati per valutare i cambiamenti nella progressione della malattia.

I risultati dello studio hanno mostrato che entrambi i dosaggi di vitamina K2 hanno portato a una riduzione della progressione della sclerosi multipla rispetto al gruppo di controllo che ha assunto il placebo. Tuttavia, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra i due dosaggi di vitamina K2. Gli autori dello studio hanno concluso che la vitamina K2 potrebbe essere un trattamento efficace per la sclerosi multipla e potrebbe essere considerata come un’opzione terapeutica complementare ai farmaci modificanti la malattia.

La vitamina K2 è nota per la sua attività antinfiammatoria, che potrebbe spiegare il suo effetto benefico nella sclerosi multipla. Inoltre, è stata anche dimostrata la sua attività neuroprotettiva, che potrebbe contribuire a prevenire la degenerazione della mielina nelle fibre nervose. Sono comunque necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi attraverso i quali la vitamina K2 agisce nella sclerosi multipla e per identificare i pazienti che potrebbero beneficiare maggiormente del suo utilizzo.

È importante notare che questo studio è stato condotto su un numero limitato di pazienti e per un periodo di tempo relativamente breve. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche su una popolazione più ampia e per un periodo di tempo più lungo per confermare i risultati e valutare meglio l’efficacia e la sicurezza della vitamina K2 nel trattamento della sclerosi multipla.

È importante di nuovo sottolineare che la sclerosi multipla è una malattia cronica infiammatoria e quindi la dieta potrebbe rappresentare un fattore importante nella sua gestione. In questo senso, la dieta chetogenica antinfiammatoria che ho ideato, la Ketozona diet, potrebbe essere considerata come una potenziale opzione terapeutica complementare ai farmaci modificanti la malattia.

La Ketozona diet si basa sull’eliminazione di carboidrati derivati da cereali raffinati e non raffinati, legumi e zuccheri, limitando al contempo l’assunzione di proteine e aumentando l’assunzione di grassi non infiammatori (che sono i polinsaturi omega-6). Questo tipo di dieta avendo un potente effetto antinfiammatorio e migliorando il controllo insulinico, risulta adatta per scongiurare come minimo la progressione della malattia nei pazienti affetti da sclerosi multipla.

Inoltre, l’integrazione con olio di krill ad alto dosaggio contribuisce a ridurre l’infiammazione e a migliorare la funzione delle membrane cellulari, funzione necessaria per la prevenzione della progressione della malattia.

La vitamina D è un nutriente essenziale per la salute umana e negli ultimi anni molti studi hanno messo in luce il suo ruolo cruciale nel mantenimento in salute del sistema immunitario. La carenza di vitamina D è un altro fattore ambientale che è stato associato alla sclerosi multipla. La vitamina D è un importante regolatore del sistema immunitario e la sua carenza è stata associata a un aumentato rischio di sviluppare la sclerosi multipla e a una maggiore gravità della malattia. Studi epidemiologici hanno dimostrato una maggiore incidenza di sclerosi multipla nelle regioni con minor esposizione alla luce solare, anche a causa delle folli indicazioni dei dermatologi di ritenere il sole come un nemico, che è la principale fonte di vitamina D per il corpo umano. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione di vitamina D può ridurre la frequenza e la gravità delle ricadute nella sclerosi multipla. Alcuni studi hanno dimostrato che la carenza di vitamina D può avere effetti negativi sui geni del nostro organismo, sia su quelli che regolano il sistema immunitario sia su quelli che sono coinvolti nella regolazione del ciclo cellulare. In particolare, la vitamina D sembra avere un effetto di “spegnimento” sui geni che promuovono la crescita cellulare, inclusi alcuni oncogeni, e un effetto di “accensione” sui geni che regolano la morte cellulare, inclusi alcuni geni antitumorali.

In uno studio pubblicato sulla rivista “Cancer Research” nel 2012, ad esempio, è stato dimostrato che una carenza di vitamina D può contribuire all’attivazione di un oncogene chiamato MYC, che è coinvolto in diversi tipi di tumori, tra cui il tumore al seno, al colon e alla prostata. Al contrario, l’integrazione di vitamina D ha dimostrato di avere un effetto di soppressione sui geni oncogeni e di stimolo sui geni antitumorali.

In particolare, molte ricerche hanno esplorato il legame tra la carenza di vitamina D e la sclerosi multipla. Numerosi studi hanno dimostrato che i pazienti con sclerosi multipla presentano spesso bassi livelli di vitamina D, e che l’assunzione di integratori di vitamina D potrebbe ridurre il rischio di sviluppare la malattia o di avere ricadute.

Ci sono studi che suggeriscono che la carenza di vitamina D può attivare l’espressione di alcuni geni coinvolti nella patogenesi della sclerosi multipla, tra cui il gene CYP27B1 che è coinvolto nella sintesi della vitamina D attiva. Ad esempio, uno studio del 2010 pubblicato su PLoS One ha dimostrato che la carenza di vitamina D può attivare l’espressione di questo gene.

Inoltre, uno studio del 2015 pubblicato su Scientific Reports ha suggerito che la carenza di vitamina D può influenzare l’espressione di un gruppo di geni coinvolti nella regolazione del sistema immunitario, tra cui i geni coinvolti nella produzione di citochine pro-infiammatorie.

Questi studi suggeriscono che la carenza di vitamina D può avere un effetto negativo sulla regolazione del sistema immunitario, contribuendo così allo sviluppo della sclerosi multipla.

La prevenzione della sclerosi multipla dovrebbe essere una priorità, poiché può aiutare a prevenire la malattia stessa e migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Poiché la prevenzione è sempre meglio che curare, è fondamentale che le persone capiscano l’importanza di intervenire precocemente sui fattori di rischio per evitare lo sviluppo della malattia.

In particolare, la dieta gioca un ruolo importante nella prevenzione della SM. La riduzione della produzione endogena di acido arachidonico, acido grasso polinsaturo Omega-6 che si forma nel corpo su stimolo glicemico-insulinico, può ridurre l’infiammazione nel corpo e quindi diminuire il rischio di SM. Inoltre, la dieta iperinsulinemizzante, caratterizzata da un consumo di zuccheri e carboidrati derivanti da cereali e derivati raffinati e non raffinati, legumi e frutta può aumentare il rischio di SM poiché promuove l’infiammazione cronica (mediata dall’acido Arachidionico) nel corpo e la resistenza all’insulina, che può portare a danni ai tessuti nervosi. La dieta chetogenica antinfiammatoria, come la dieta che ho ideato personalmente, la Ketozona diet, si è dimostrata nella mia casistica in grado di ridurre la progressione della patologia grazie al controllo insulinico e all’integrazione con olio di krill ad alto dosaggio.

Il concetto che si vuole esprimere è che agire preventivamente sui fattori di rischio noti è molto più efficace e semplice che agire una volta che la malattia è stata diagnosticata. In particolare, è importante lavorare fin dalla nascita contro l’infiammazione cronica, che rappresenta uno dei principali fattori di rischio per la sclerosi multipla e altre patologie croniche infiammatorie.

In questo senso, è necessario fare attenzione a ciò che viene prescritto ai neonati dai pediatri, che spesso non si preoccupano di evitare i fattori di rischio per le patologie croniche infiammatorie. Ad esempio, la dieta consigliata ai neonati non è certo adatta a prevenire l’insorgere di infiammazione cronica.

Per questo motivo, è importante sensibilizzare le persone sull’importanza di agire fin dalla nascita per prevenire le patologie croniche infiammatorie, adottando uno stile di vita sano e seguendo una dieta equilibrata e antinfiammatoria e con la giusta integrazione di qualità e mirata. In questo modo, si può ridurre il rischio di sviluppare queste patologie e migliorare la qualità della vita delle persone.

La prevenzione della sclerosi multipla dovrebbe essere considerata una priorità, poiché può aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia stessa e migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono affette. Affidarsi unicamente ai farmaci nella speranza di trovare sollievo è un’utopia, considerando che anche se raramente possono trasformare una malattia non mortale in una mortale. È importante comprendere l’importanza delle terapie alternative e della prevenzione, soprattutto in casi come questi.

Come dico sempre, lavorare sul rischio azzerandolo significa evitare la malattia, qualunque essa sia. Non sapremo mai cosa avremo evitato, ma l’importante è averlo evitato!

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