In tempi non sospetti, alla fine del 2018, scrivevo un articolo oggi ancora più ricco di senso. Comprendere il reale significato di libertà e autonomia è il primo passo verso la definizione di se stessi, il primo passo per accertarsi che la vita sia nostra davvero. Non diamo in pasto quanto di così prezioso ad un sistema malato e corrotto, solo noi possiamo proteggere noi stessi. E se ognuno lo facesse per sé, il sistema sarebbe diverso. Proteggere la propria libertà permetterebbe di proteggere anche quella degli altri. E, sì, la mia libertà finisce dove inizia la tua, ma quando la libertà di parola, di pensiero, di contraddittorio viene mancare, quel sottile confine viene spostato a piacimento dal “grande sistema”. Quindi, non lasciamoci ingannare, proteggiamo prima di tutto la libertà di espressione. Ma non solo quando significa possibilità di sventolare ai quattro venti la nostra inclinazione sessuale, non solo quando si tratta di poter non indossare il reggiseno, o di farsi crescere i peli sotto le ascelle, ma anche quando questa significa esprimere un parere scientifico fondato, un parere e un confronto per l’evoluzione. Quando questo viene vietato, l’odore di marcio impregna l’aria. 

 

Ecco l’articolo originale:

 

Spesso, durante le conferenze svolte con il Dr. Caletti e non solo, sento persone affermare che è meglio vivere qualche anno meno, ma vivere felici. Questa affermazione innanzitutto appartiene sempre a soggetti che non hanno problemi di salute invalidanti e, in secondo luogo, presuppone che nutrirsi in modo corretto implichi infelicità ed assenza di socializzazione.

Non è così. Come spiegato nel libro scritto insieme al Dr. Caletti “Le favole sull’alimentazione. Per mangiarTi meglio“, credere che cibi sani non siano gustosi o che la corretta alimentazione ci privi di una vasta scelta alimentare è sbagliato.

In realtà, è tutta questione di imparare a mangiare in modo corretto e di abituarsi a farlo. Il gusto può essere eccezionale, perché, se da una parte si incoraggia la limitazione massima dei carboidrati, dall’altra si favorisce l’assunzione dei grassi cosiddetti buoni, ovvero di condimenti come l’olio extravergine di oliva a crudo, il burro a crudo, l’olio di cocco anche in cottura, e di alimenti come la panna montata senza zucchero, etc.

Lo scopo infatti, come più volte spiegato, è quello di mantenere l’infiammazione metabolica nella norma e di abituare il nostro organismo ad utilizzare (consumare) i grassi come fonte di energia. Questo meccanismo permette un duplice vantaggio, per la nostra salute e per la nostra forma fisica: attraverso la modulazione dell’infiammazione si sradica la natura di patologie croniche e non, e si perde peso attraverso il consumo di grassi, che non verranno più accumulati, bensì sfruttati a fini energetici.

Se mangiamo male ma non abbiamo sintomi di malessere non significa che siamo sani. L’infiammazione metabolica quando la nostra alimentazione è inadeguata è sicuramente alterata. Ecco che in questi casi, quando non vi sono patologie o disturbi conclamati, si possono verificare morti improvvise. Quante volte ci troviamo stupiti di sapere di uomini e donne più o meno giovani morti improvvisamente? “Eppure stavano bene”, si pensa. La realtà è che non stavano bene affatto. Trattasi di soggetti infiammati che presentano sintomi lievi che spesso ignorano, o problematiche silenti che divengono improvvisamente fatali. La malattia è sempre un percorso, non ci colpisce mai improvvisamente, è qualcosa a cui ci prepariamo giorno dopo giorno, anno dopo anno, con uno stile di vita pessimo.

Ciononostante, l’interesse mio, del Dr. Caletti e di chi con noi collabora, è semplicemente informare. Non siamo certo ad obbligare nessuno ad intraprendere un percorso piuttosto che un altro.

Scopo del nostro operato di sensibilizzazione è regalare uno strumento di scelta. Regalare una speranza reale di benessere, di guarigione e di longevità. Nessuna magia, nessuna promessa astratta, ma un progetto concreto fondato su basi scientifiche consultabili. Provare per credere.


E per quanto concerne la socializzazione? Chi ha detto che al ristorante si debbano mangiare solo pizza o primi piatti? I ristoranti più rinomati spesso nemmeno li contemplano questi cibi, quindi significa che è possibile godere di altri piatti senza perdere la possibilità di socializzare. Spesso tra antipasti e secondi piatti si nascondono prelibatezze che, oltre ad essere gustose, sono a favore della nostra salute.

Che sia proprio questa la strada per la felicità? Imparare ad ottenere il benessere psicofisico mangiando bene e con gusto? 

Non dimentichiamo che le scelte alimentari sbagliate influiscono sui nostri ormoni, e quindi anche sul nostro umore. Stanchezza, spossatezza, assenza di energia sono spesso le conseguenze di un’alimentazione non corretta e questi sintomi sono a loro volta legati al nostro umore. Forse, sarebbe dunque da rivedere il concetto di felicità, anche perché siamo i primi ad affermare che l’importante nella vita è la salute e poi siamo sempre i primi a non preservarla. Forse, molti non hanno ancora sperimentato il vero stato di benessere, che crea una fresca sensazione di felicità…

Perdonatemi l’abuso di un termine filosofico tanto oscuro come questo, ma capire che non siamo schiavi delle nostre mere sensazioni ed essere in grado di non farci trarre in inganno da ciò che ci piace e che ci dà però una “felicità” solo momentanea, un piacere temporaneo, è una conquista importante, che auguro ad ognuno di voi. Come ci ha ricordato il Dr. Fiore, infatti, “(…) la struttura esterna dell’uomo che mi fa dire mi piace o non mi piace ha una caratteristica sola. Ha fretta sostanzialmente di morire. Non avendo accesso alla verità, brucia, consuma la realtà, togliendo la possibilità all’uomo di lavorare sul corpo fisico“, deviandolo cioè dal suo obiettivo. Non ci basta più credere alle “favole” che ci raccontano gli altri, insomma, spesso crediamo anche alle bugie che, da soli, raccontiamo a noi stessi.