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Harvard dimostra che le diete a basso contenuto di carboidrati aumentano il dispendio energetico

Non tutte le calorie sono uguali, anche se alcune aziende produttrici di bevande zuccherate e snack processati cercano di farci credere il contrario.

La riduzione della spesa energetica dopo la perdita di peso si ritiene contribuisca all’aumento di peso. Tuttavia, l’effetto della composizione dietetica sulla spesa energetica durante il mantenimento della perdita di peso non è stato studiato in modo approfondito.

Una ricerca recente condotta da Harvard[1] ha dimostrato che le persone che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati, pari al 20% delle calorie totali, bruciano tra 209 e 278 calorie in più al giorno rispetto a coloro che seguono una dieta ad alto contenuto di carboidrati, pari al 60% delle calorie totali. Questo evidenzia l’importanza del tipo di calorie che consumiamo nell’influenzare il nostro dispendio calorico.

Questo studio è stato condotto da un team di ricercatori provenienti dalla Harvard Medical School, dall’Università di Boston, dal Brigham and Women’s Hospital e dall’Università Tufts, tutti negli Stati Uniti. La dottoressa Cara Ebbeling della Harvard Medical School è l’autrice principale dello studio.

Non si tratta del primo studio che esamina questo argomento, ma probabilmente è il migliore.

Lo studio è stato un trial randomizzato e controllato con grande attenzione, della durata di 20 settimane. Ciò che è ancora più impressionante è che il gruppo di studio ha fornito tutti i pasti per i partecipanti, per un totale di oltre 100.000 pasti e spuntini, che hanno comportato una spesa di 12 milioni di dollari per l’intero studio! Questo ha eliminato una variabile importante nelle ricerche sulla nutrizione portando cioè al rispetto effettivo della dieta da parte dei soggetti, e dimostra il potere della filantropia e delle partnership nel sostenere una ricerca scientifica di alta qualità.

Dopo un periodo in cui tutti i soggetti hanno perso lo stesso peso, i partecipanti sono stati assegnati a uno dei tre regimi dietetici: 20% di carboidrati, 40% di carboidrati o 60% di carboidrati, mantenendo il livello di proteine fisso al 20%. È stata posta una grande attenzione alla regolazione delle calorie al fine di stabilizzare il peso e impedire ulteriori perdite di peso, rendendo quindi molto probabile che eventuali differenze riscontrate nel dispendio calorico non siano dovute alla sola perdita di peso, ma piuttosto ai diversi tipi di cibo consumati.

Dopo cinque mesi, i partecipanti che hanno seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati hanno mostrato un aumento del loro dispendio energetico a riposo di oltre 200 calorie al giorno, mentre il gruppo che seguiva una dieta ad alto contenuto di carboidrati aveva ridotto il dispendio energetico a riposo, evidenziando una chiara differenza tra i due gruppi. Inoltre, i partecipanti con livelli iniziali più alti di insulina hanno registrato un aumento ancora più significativo di 308 calorie al giorno sulla dieta a basso contenuto di carboidrati, suggerendo che una sottocategoria di persone potrebbe trarre ancora maggiori benefici dalla restrizione di carboidrati: i diabetici di tipo 2

Il modello carboidrati-insulina dell’obesità[2] suggerisce che quando si consumano cibi ad alto contenuto di carboidrati che aumentano rapidamente lo zucchero nel sangue, come cereali e zuccheri aggiunti, l’equilibrio degli ormoni insulina e glucagone si altera. Questo può far sì che il corpo immagazzini più grasso anziché bruciarlo, aumentando la fame[3], riducendo la spesa energetica e portando all’aumento di peso, soprattutto in persone che producono naturalmente molta insulina. Questo modello offre una spiegazione di perché i tassi di obesità siano aumentati negli Stati Uniti dagli anni ’70 in poi[4,5].

Perché tutto ciò è importante? Questo studio dimostra che l’approccio tradizionale di mangiare meno, muoversi di più e contare le calorie potrebbe non essere il modo migliore per perdere peso. Diversi studi hanno evidenziato una perdita di peso più efficace con diete a basso contenuto di carboidrati rispetto a diete a basso contenuto di grassi, e ora ricerche come questa ci aiutano a comprendere il motivo di ciò.

I nostri corpi non sono semplici calorimetri che tengono traccia di quanto mangiamo e di quanto bruciamo. Invece, abbiamo intricate risposte ormonali ai tipi di alimenti che mangiamo. È tempo di accettare questo concetto e di abbandonare il superato modello delle calorie in ingresso e calorie in uscita, consentendo così una perdita di peso a lungo termine più efficace e sostenibile.

Bibliografia

[1] Ebbeling, C. B., Feldman, H. A., Klein, G. L., Wong, J. M., Bielak, L., Steltz, S. K., … & Ludwig, D. S. (2018). Effects of a low carbohydrate diet on energy expenditure during weight loss maintenance: randomized trial. bmj, 363, k4583.

[2] Ludwig DS, Ebbeling CB. The Carbohydrate-Insulin Model of Obesity: Beyond “Calories In, Calories Out”. JAMA Intern Med 2018;178:1098- 103. doi:10.1001/jamainternmed.2018.2933

[3] Lennerz B, Lennerz JK. Food addiction, high-glycemic-index

carbohydrates, and obesity. Clin Chem 2018;64:64-71.

doi:10.1373/clinchem.2017.273532

[4] Ford ES, Dietz WH. Trends in energy intake among adults in the United States: findings from NHANES. Am J Clin Nutr 2013;97:848-53. doi:10.3945/ajcn.112.052662

[5] Ludwig DS. Lowering the bar on the low-fat diet.JAMA 2016;316:2087-8. doi:10.1001/jama.2016.15473

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