Sostenere i nostri ormoni e mantenere l'equilibrio del sistema ormonale

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Gli ormoni sono sostanze straordinarie e complesse, i messaggeri silenziosi che orchestrano le funzioni vitali del nostro corpo. Tra questi, gli ormoni sessuali meritano una particolare attenzione per il loro profondo impatto non solo sulla riproduzione ma sull’intero arco della vita umana.

Questo gruppo di ormoni polipeptidici è composto principalmente da testosterone, estrogeni e progesterone, e benché presente in entrambi i sessi, la loro concentrazione e funzione differiscono tra uomo e donna, sostanziando così i nostri tratti distintivi sessuali, sia quelli evidenti che quelli meno visibili.

Nell’uomo, il testosterone modella le caratteristiche fisiche più virili quali la densità ossea e la massa muscolare, accende il desiderio sessuale e ha un ruolo vitale nella protezione del sistema cardiovascolare. Le donne, da parte loro, ricevono dagli estrogeni un beneficio inestimabile nella gestazione e regolazione del ciclo mestruale, ma anche nella qualità dello sperma maschile. Essi offrono un presidio contro l’osteoporosi ed esercitano un effetto benefico su cuore, pelle e stato d’animo durante la fertilità.

Ma cosa accade quando il balletto ormonale perde il suo ritmo? Gli squilibri endocrini possono effettivamente generare una cascata di effetti sulla salute e sul peso, aprendo la strada all’invecchiamento precoce e aumentando la vulnerabilità alle infezioni.

Pertanto, come possiamo garantire l’efficacia del nostro sistema ormonale, e con esso, la promessa di salute e longevità? Le risposte a tale questione sono tanto complesse quanto gli stessi meccanismi biologici coinvolti.

Ritengo che forzare un ritorno al dosaggio ematico ormonale ottimale tramite l’assunzione di un farmaco, o addirittura aumentare il dosaggio di un ormone già prodotto in eccesso dal corpo (come nel diabete di tipo 2), oppure utilizzare un ormone come farmaco per ridurre l’infiammazione (come il cortisone), rappresenti la peggiore scelta possibile, secondo la mia opinione e esperienza. Agirei e agisco diversamente, dal momento che nella mia pratica clinica incontro frequentemente pazienti che, in modo apparentemente paradossale, riportano un’ampia gamma di problemi nonostante assumano questo o quel farmaco ormonale che, secondo il loro Medico dovrebbe aiutarli.

Più che paradossale, di solito la loro situazione di crisi è “causata” dalla terapia ormonale stessa. Ciò avviene perché, se non si considerano le implicazioni che quell’ormone ha con tutti gli altri nel corpo, i problemi generati dalla ipotetica correzione ormonale farmacologica possono diventare più gravi della carenza iniziale. Senza considerare poi l’uso di farmaci ormonali sintetici, che, non avendo nulla di naturale, interferiscono in modo incongruo con gli altri ormoni, come nel caso dei progestinici e degli estrogeni di sintesi.

Sostenere i nostri ormoni significa comprendere l’intreccio tra di essi e non ricorrere a interventi mirati e isolati quando si presentano anomalie. La terapia sostitutiva ormonale, per esempio, può sembrare attraente, ma l’esperienza clinica rileva spesso conseguenze indesiderate.

Non a caso, Nel 1999, uno studio svedese evidenziò un significativo aumento del rischio di cancro al seno legato all’uso combinato di terapia sostitutiva estro-progestinica. Al contempo, l’esposizione alla terapia a base di soli estrogeni è stata associata a un aumento del rischio di cancro endometriale (1). Questi rischi sono stati confermati da numerosi studi precedenti (2,3), mentre sembra che l’uso di ormoni naturali a fini terapeutici possa avere effetti radicalmente diversi (4), almeno in individui affetti da carenze specifiche, circostanza che richiede un’analisi separata e non riconducibile ad altre problematiche.

Prendiamo ad esempio un paziente affetto da diabete di tipo 2, il quale ha vissuto per anni con uno squilibrio dell’asse leptina-insulina. Invece di affrontare la causa del suo squilibrio ormonale (cioè la dieta), il paziente viene trattato farmacologicamente con l’assunzione di insulina esogena. Da quel momento in poi, il suo declino è accelerato.

Statisticamente, questo paziente rischia di morire anni prima rispetto a chi non assume insulina (5), e addirittura rispetto a chi non segue nessun tipo di trattamento, neanche con altri farmaci ipoglicemizzanti (6). Purtroppo, la sua storia clinica può essere devastante, con episodi di infarto, problemi renali, oculari, e altro ancora.

Ma allora, come manteniamo in equilibrio questo delicato sistema? Ecco alcune linee guida fondamentali, tratte dalle attuali conoscenze sul funzionamento ormonale:

1. Scegliere cibi che sostengono il funzionamento degli ormoni come la grelina, la leptina, la CCK e l’insulina.
2. Gestire lo stress attraverso movimento consapevole e rilassamento, piuttosto che mediante farmaci che mascherano i sintomi.
3. Minimizzare l’esposizione a contaminanti ambientali e metalli pesanti e limitare l’uso di farmaci al minimo indispensabile.
4. Rifuggire da alimenti contenenti residui ormonali o farmaceutici.
5. Ottimizzare la qualità del sonno, che è un fattore cruciale per un sistema ormonale sano.
6. Integrare la dieta con olio di Krill o pesce nelle giuste quantità e tipo.
7. Far valere l’esposizione al sole per il nostro vantaggio, dato che stimola la produzione vitaminica e ormonale in modo naturale.

La nostra salute ormonale è precostituita fin dalle prime fasi della vita. Le scelte che la madre compie durante la gravidanza non solo influenzano il bambino nel grembo ma plasmano la salute e il benessere futuri. Dall’altra parte, scelte alimentari dannose durante la gestazione, come quelle di una dieta strettamente vegana senza adeguati supplementi, possono predisporre il bambino a rischi sanitari anche prima della nascita.

Concludendo questo viaggio in 4 puntate sugli ormoni, ci si rende conto di quanto la salute sia un equilibrio delicato e finemente regolato, in cui gli ormoni sessuali e non giocano un ruolo fondamentale ma invisibile. È il nostro compito, quindi, nutrire e sostenere questo equilibrio in ogni modo possibile, arbitri della nostra biologia attraverso le scelte quotidiane che facciamo

Fine della quarta e ultima parte.

Bibliografia:

  1. Persson, I., Weiderpass, E., Bergkvist, L. et al. Cancer Causes Control (1999) 10: 253.
  2. Bergkvist L, Adami HO, Persson I, Hoover R, Schairer C (1989) The risk of breast cancer after estrogen and estrogen-progestin replacement. N Engl J Med 321: 293-297.
  3. Yang CP, Daling JR, Band PR, Gallagher RP, White E, Weiss NS (1992) Noncontraceptive hormone use and risk of breast cancer. Cancer Causes Control 3: 475-479.
  4. Fournier, A., Berrino, F. & Clavel-Chapelon, F. Breast Cancer Res Treat (2008) 107: 103.
  5. L. G. Hemkens et Alii, Risk of Malignancies in Patients with Diabetes Treated with Human Insulin or Insulin Analogs: a Cohort Study, in Diabetologia, 52 (2009), 9:1732-44.
  6. NAVIGATOR Study Group, Effect of Valsartan on the Incidence of Diabetes and Cardiovascular Events, in N Engl J Med, 362 (2010), 16:1477-90.
 

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