Come lo stress cronico può causare disfunzioni metaboliche e compromettere il sistema immunitario

Gli ormoni regolano il nostro livello di stress. E anche ne sono da questo regolati. Durante una qualunque minaccia, vengono rilasciati cortisolo e adrenalina. Che sia una minaccia fisica, come l’aggressione di un ladro, il subire una rapina, uno scippo, l’essere inseguiti da una tigre del Bengala, oppure psicologica, come quando il nostro capo ci urla il suo disappunto o un/a collega ci infastidisce con un disdicevole comportamento, è indifferente.

Quando tutto questo accade, il nostro organismo richiede più energia del normale e quindi una quantità maggiore di glucosio rispetto al solito (dal fegato che smonta le proteine muscolari) viene rilasciato nel torrente sanguigno. Questo maggior rilascio di glucosio potrebbe essere necessario e sufficiente per salvarci la vita se fossimo inseguiti da una tigre qualora, per esempio, decidessimo di uscire dall’auto durante un safari africano. Ma potrebbe succedere una sola volta nella vita; difficile che si ripeta (anche perché difficilmente la tigre ci lascerebbe una seconda occasione).

Ma, se il nostro capo vi riprende urlando ogni giorno, o se il nostro collega esagera ogni volta che ci vede, telefona di continuo o ci segue inscenando un vero e proprio atto di “stalking”, il ciclo ormonale che si innesca ripetutamente dà il via ad un probabile e cronico aumento della pressione sanguigna ed i livelli di glucosio schizzano in alto in modo ripetuto. La continua minaccia e l’allarme che si innesca produce, dunque, un costante aumento del cortisolo ematico, scombina il sistema metabolico e manda segnali alle cellule perché incomincino ad immagazzinare il grasso di fresco assemblato dal fegato che ha incominciato a produrlo a spese del glucosio che esso stesso aveva inviato al sangue, smontando i muscoli poco prima.

L’inversione del lavoro del fegato (ovvero lo spostamento delle masse corporee: trasmutazione da muscolo a grasso) avviene a causa del picco insulinico indotto dall’innalzamento della glicemia, prodotta dal cortisolo, da una parte per garantire la disponibilità immediata di “energia” durante l’allarme (cortisolo), dall’altra per far tornare nella norma la glicemia (insulina).

Per sintetizzare, dopo il picco di cortisolo vi è quello di insulina. Esattamente quello che succede con le terapie cortisoniche che causano aumento di massa grassa e, in breve tempo, diabete di tipo 2 in molte persone. Ma dopo il picco insulinico vi è l’ipoglicemia alla quale l’organismo risponde con un picco di cortisolo (1) e il ciclo continua.

Naturalmente, evito di approfondire il discorso sui cento o più effetti collaterali-mortali del cortisolo/cortisone.

In inglese, la parola stressato si scrive STRESSED che, letto al contrario fa DESSERTS, ovvero “dolci”. Che sia dunque un dolce mangiato a tavola oppure il glucosio ematico elevatosi in seguito ad un evento stressante che innalza la cortisolemia, la risposta biochimica del nostro corpo è sempre la stessa: picco insulinico con le conseguenze note di produzione di grasso e infiammazione (2) e depressione immunitaria (3) e, alla fine, resistenza insulinica (4).

Senza considerare che il sistema potrebbe esaurirsi e se l’organo endocrino produttore del cortisolo (il surrene) non è più in grado di soddisfare la richiesta quando scatta l’allarme, beh allora forse la tigre di cui sopra sarebbe la soluzione meno indolore, perché non poter rispondere allo stress con l’aumento della produzione di cortisolo, ma solo quando è necessario, significa negarci l’utilizzo della più straordinaria arma salva-vita di cui l’uomo, da centinaia di migliaia di anni, dispone.

Focus : uno squilibrio cronico della produzione di cortisolo (innescato da diete squilibrate o da eventi stressanti ripetuti) può portare a depressione, diabete di tipo 2 e ulteriore stress (5). 

Soluzione metabolica : eliminare zuccheri e carboidrati in genere, equilibrare la dieta ed eliminare il caffè.

Fine parte 1

Riferimenti

1. Puig-Antich, J., et al. (1984). “Cortisol and prolactin responses to insulin-induced hypoglycemia in prepubertal major depressives during episode and after recovery.” J Am Acad Child Psychiatry 23(1): 49-57.

2. Shearrer, G. E., et al. (2016). “Associations among sugar sweetened beverage intake, visceral fat, and cortisol awakening response in minority youth.” Physiol Behav 167: 188-193.

3. Dong, T., et al. (2016). “Cortisol-induced immune suppression by a blockade of lymphocyte egress in traumatic brain injury.” J Neuroinflammation 13(1): 197.

4. Reinehr, T. and W. Andler (2004). “Cortisol and its relation to insulin resistance before and after weight loss in obese children.” Horm Res 62(3): 107-112.

5. Joseph, J. J. and S. H. Golden (2016). “Cortisol dysregulation: the bidirectional link between stress, depression, and type 2 diabetes mellitus.” Ann N Y Acad Sci.

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